sabato 13 febbraio 2010

Ventisette - un post spocchioso

I miei due lettori (non oso neanche augurarmi i venticinque su cui faceva affidamento Manzoni) mi perdoneranno il silenzio degli ultimi tempi, ma non ho più avuto un momento libero da dedicare alla scrittura. Sono stata assunta come conseillère de vente in una elegante boutique del centro di Parigi e il lavoro mi ha assorbito completamente, procurandomi notevoli soddisfazioni e sorprese. Le mie prime clienti sono state due signore greche, con le quali ho subito potuto sfoderare il risultato di quello studio matto e disperatissimo già premiato a suo tempo con un 110 e lode dalla commissione di laurea. Le greche non hanno comprato nulla, ma mi hanno ringraziato nella loro magnifica lingua e io ho considerato la loro apparizione come un segno del destino. Destino che non è stato avaro di nuovi clins d'oeil, visto che poco dopo mi è stato presentato uno splendido giovane che lavora nel negozio accanto e che condivide con noi il magazzino: ebbene, il fascinoso ragazzo risponde all'ancor più intrigante nome di Ulysse. Alla prima stretta di mano avrei voluto attaccare direttamente Lo maggior corno de la fiamma antica e giù di seguito, ma, timida e confusa, ho saputo balbettare solo enchantée. Il piccolo Cupido ha subito scoccato i suoi dardi, e tra me e il bel Ulysse è tutto uno scambiarsi languidi sguardi e graziose parole; una volta si è addirittura chinato a raccogliere un orecchino che mi era caduto, e le nostre dita si sono sfiorate: ci siamo guardati, pudichi e vergognosi, e a vederlo lì inginocchiato ai miei piedi mi è sembrato di colpo di essere Nausicaa, quando per la prima volta lo Straniero le si rivolge con quei versi splendidi, "Io mi t'inchino, signora...", gounoùmè se, ànassa... Poiché Anassa è anche il nome della collezione di cui faceva parte l'orecchino caduto, è ormai evidente che in quel momento il destino mi stava confermando che avevo finalmente trovato la Via e la Missione che tanto avevo cercato... E se i soliti scettici avessero bisogno di un'ulteriore prova, dirò che il nome stesso della boutique è Satellite: e il satellite per eccellenza non è forse quella Luna con cui tanto ho parlato nei miei anni verdi e con cui mi sono identificata? Non è forse quella "solinga, eterna peregrina", quella "giovinetta immortal" che conosce il tutto? ...

****** (volo pindarico)

Nelle sue pseudolezioni di philosophia al liceo, Phulvio tirava fuori ogni tanto la storia dei ventisette anni come data limite per i sogni di gioventù: c'entrava Hegel, sembrava che dicesse che intorno a questa età l'uomo mette da parte le illusioni e si confronta con la realtà della vita, passando a un nuovo stadio di quelle sue coppie dialettiche o roba simile. Sfortunatamente il buon Phulvio pensava che Hegel (come Platone, Spinoza, Bergson etc) fosse un nazista anaffettivo e così non ha mai ritenuto opportuno soffermarsi più nel dettaglio su questa teoria dei ventisette anni e, per non sbagliare, su nessun'altra teoria.
Dieci anni dopo - tempus fugit - mi trovo con imbarazzo a ripensare alle parole di Phulvio come se fossero effettivamente degne di nota. Ho ahimè compiuto i ventisette anni e mi rendo conto che le reali possibilità di concretizzare i miei sogni di bambina, soprattutto in campo artistico, sono pochine. Eppure non mi manca niente, sono anzi un'attrice sublime, ho pronunciato con olimpica serenità battute come "Emise il bianco sperma sfiorando il biondo pelo", appollaiata su rovine etrusche e palpeggiata da più e più mani femminili...

***** (volo pindarico/2)

Mi sono addestrata per anni all'autoironia, unica via di salvezza dall'immagine d'intellettuale legnosa che-ha-fatto-il-classico che mi si stava cucendo così bene addosso. Il risultato, irridi oggi irridi domani, è che mi sono ridancianamente avviata al fallimento su tutti i fronti. Ho deciso quindi di seguire un programma di rieducazione alla serietà - buon proposito per i miei ventisette - per vedere se riesco a combinare qualcosa. Il primo punto del PRS prevede la chiusura di questo blog...

1 commento:

  1. Dato il post successivo ritengo l'ultima frase (e primo punto del PRS) priva di alcun valore. E me ne rallegro.

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