martedì 15 dicembre 2009

Roland Burt insegna

"VOULOIR-SAISIR. Comprenant que les difficultés de la relation amoureuse viennent de ce qu'il veut sans cesse s'approprier d'une manière ou d'une autre de l'etre aimé, le sujet prend la décision d'abandonner dorénavant tout vouloir-saisir à son égard." (R. Barthes, Fragments d'un discours amoureux, ed. du Seuil)*

La risposta era lì, chiara, adamantina. Prendere il sentiero non battuto, la via più difficile, la strada nell'ombra. Non venire a patti col proprio dolore, comprendere di essere gli unici responsabili dei propri rovesci di fortuna e, risolvendo il dubbio amletico, by taking arms end them. Dove arms significa coraggio, dignità, rispetto e chi più ne ha più ne metta. Moderna Lucia Mondella rinchiusa nel carcere della sofferenza, anch'io ho formulato il mio voto.

Rinunzio per sempre a quel mio poveretto...

Miracolo della rinuncia, il cuore è leggero, l'anima è libera, lo spirito fiero. Una nuova era può cominciare, anzi, è già cominciata dentro di me. Seguono giorni di grande speranza. Seguono giorni. E giorni... Finché, in questo rutilante susseguirsi di giorni, non mi viene un dubbio. Stai a vedere che era una tattica? Stai a vedere che era una trappola, e che per di più a finirci dentro sono stata io? Rinuncio a te. Me ne vado. E' meglio così. ... ... ... RINUNCIO A TE ME NE VADO E' MEGLIO COSI' ... ... ... Yuhu? ... Non sei in allarme per questa mia decisione? Non sei intimamente commosso dalle mie parole, al tempo stesso semplici e profonde? Non sei lusingato dalla devozione di cui ti faccio oggetto? Non sei ammirato dal mio coraggio, dalla mia integrità, dalla purezza e dalla profondità del mio amore? Cosa aspetti a renderti conto che stai perdendo una donna eccezionale, cosa aspetti a gridare Resta, in nome d'Iddio! E voi, gnomi e fatine, sette nani, puffi e spiritelli testimoni delle mie buone azioni, perché non vegliate su di me e non fate apparire sul mio cammino fiori magici e lampade dei desideri? Perché vi mostrate sleali verso chi, senza macchia e senza paura, si batte contro l'oscuro potere di Gargamella?

(...)

E resto così, senza uovo né gallina, a ridire ciò che il filosofo dei Simpson Roland Burt ha già detto, con in più l'aggravante di un secondo dubbio, peggiore del primo. Dubbio che l'amore non c'entri poi neanche più di tanto, che sia invece in buona parte questione d'orgoglio, e un pochino anche di rivalsa. Rimane una domanda: perché allora fa così male? Le fa eco una seconda domanda: fa davvero così male?

(... come se fosse facile convincersi a non ridere troppo di sé ...)


*
VOLER-COGLIERE. Capendo che le difficoltà della relazione d'amore derivano dal suo voler continuamente appropriarsi in un modo o in un altro dell'essere amato, il soggetto prende la decisione di rinunciare d'ora in poi a ogni "voler-cogliere" nei suoi confronti.

giovedì 3 dicembre 2009

La Culotte Agressive - Mutatis Mutandis

Casa mia è molto piccola. Quando dico molto piccola, intendo dire che è un buco di 12 mq in cui tutto deve trovare il suo posto. In casa mia regna l'ordine più assoluto. Libri in ordine, posate in ordine, scarpe in ordine. E mutande in ordine.
Le mie mutande sono divise in pile tematiche:
- mutande anonime: sono quelle senza infamia e senza lode, da tutti i giorni, perfette per lo sport se mai mi venisse l'idea suicida di fare sport;
- mutande della solitudine: dette anche mutande del pleistocene, hanno fino a 15/16 anni di vita; sono per lo più regali di qualche parente anziano e presentano motivi a nido d'ape o floreali. Si usano nei periodi di abbrutimento e/o malattia;
- mutande da mestruazioni: ne sopravvive un unico esemplare, ex-bianco, ascellare e bucato;
- mutande non-si-sa-mai: risalgono agli ultimi anni del liceo ma sono ancora in buono stato. Pseudoinnocenti, si usano per feste o serate con possibilità di incontri e ai primi appuntamenti.

E poi ci sono le mutande strafighe, le mutande dionisiache, le mutande champagne-e-fragole. Quelle che, in una memorabile sessione di cazzeggio pre-prove, sono state ribattezzate una volta per tutte "Culottes Agressives".
Le culottes agressives sono avvolte in una speciale velina per proteggerle dalla polvere ed evitare che si impiglino in qualche scheggia o simile, e ovviamente vengono lavate a mano.

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Quando ero piccola, molte delle mie amiche avevano in casa una stanza speciale, segreta, i cui mobili rilucevano discreti nell'oscurità perpetua; era una stanza immensa, affascinante e proibita: era il Salotto Bono. In casa mia invece c'era solo il salotto, dove tutti potevano entrare a piacimento, anche i cani; volgare stanza in cui si cena, si guarda la televisione, si litiga. Neanche un briciolo del mistero che circondava i Salotti Boni delle mie amiche.
Poi il tempo ha portato il disinganno.
E' venuto fuori che il Salotto Bono non svelava i suoi segreti, come credevo io, in occasione di balli principeschi o di riti misteriosi. Semplicemente, veniva il capufficio a cena, e allora gli davano l'arista con le patate nel Servito Bono, stappavano per lui i vini migliori, si vestivano tutti come a un matrimonio, gli leccavano il culo e ridevano alle sue battute. A cena finita, il capufficio era riconfermato nel suo ruolo di superiore e la famiglia tornava a rinchiudersi in cucina; il Salotto Bono veniva rilucidato e restava chiuso fino a una nuova serata dello stesso tipo.

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Penso spesso alle mie mutande. Penso che se le mie azioni avessero una qualche continuità con tutte le mie convinzioni teoriche, potrei tranquillamente portare le Culottes Agressives per fare la spesa. Invece l'idea non mi sfiora neanche. Non voglio ciò che voglio? Esatto. Di più, voglio ciò che non voglio. Sono pronta a lottare con le unghie e con i denti per ciò che non voglio, e non voglio permettere che qualcun altro possa volerlo.
Il capufficio non mi darà mai la promozione. Tra l'altro, io non la voglio, è un incarico che non mi piace, dovrei solo cambiare lavoro. Ma invito il capufficio a cena, lucido per lui il Salotto Bono, stappo i vini migliori e lo faccio sentire un dio. Voglio disperatamente che mi proponga il posto che non voglio...... Ma lui beve il mio vino, fa un macello nel Salotto Bono, rompe un piatto del Servito Bono, magari gli scappa anche un rutto di soddisfazione (come dargli torto, è stato così bene). E se ne va.

C'è aria di licenziamenti. So che sarò la prima. Una volta disoccupata, mi metterò una mutanda del pleistocene e mi chiuderò in cucina. (Non) me la sarò voluta.